Stamattina, al Teatro di Bucine, si è svolto un incontro dedicato alle scuole che resterà nella memoria di chi c’era.
Un evento organizzato nell’ambito del Valdambra Trail, che ancora una volta ha dimostrato di essere molto più di una gara: è un crocevia di storie, progetti e persone che vivono lo sport come strumento di crescita e consapevolezza.
Sul palco si sono alternati ospiti che rappresentano mondi diversi ma uniti dallo stesso filo conduttore: il coraggio di andare oltre i propri limiti.

Le voci protagoniste
Andrea Lanfri, atleta paralimpico e alpinista, ha condiviso con il pubblico la sua incredibile storia. Dopo aver perso entrambe le gambe e sette dita delle mani a causa di una meningite fulminante, ha deciso di non arrendersi.
Ha corso, scalato, affrontato l’impossibile. Dall’Elbrus all’Everest, fino ai record sui 400 e 800 metri: oggi Andrea è il simbolo della resilienza, la prova vivente che la forza nasce proprio quando la vita sembra toglierti tutto.
Accanto a lui, Marzia Franci, atleta e rappresentante del progetto We Love Insulina, ha portato una testimonianza altrettanto potente: convivere con il diabete non significa rinunciare a nulla, ma imparare a conoscersi, a gestirsi e a vivere con passione.
Poi Ivan, voce e cuore del nostro BeyondTheSightTEAMoltrelavista, ha emozionato tutti parlando del valore del team, della fiducia, e dei sogni da rincorrere.
“Non è la vista che guida, ma la fiducia in chi ti accompagna” — ha detto, lasciando un silenzio carico di emozione prima di un applauso lungo e sentito.

Quando lo sport diventa una metafora
Sul palco, come presidente della US Montebaldo ASD, ho voluto condividere un pensiero che mi accompagna da tempo: una frase di Stephen Hawking — “Guarda le stelle e non i tuoi piedi.”
Un invito a non arrendersi di fronte alle difficoltà della vita, perché l’importante è non rinunciare.
Ai giovani presenti ho voluto dire che la vera forza non è quella di chi non cade, ma di chi trova sempre il modo di rialzarsi.
E per restare in tema di determinazione, Ivan e Anna domenica saranno al via della 30 km, mentre Andrea si cimenterà nella 50 km.
Chi ancora crede di essere giustificato a stare sul divano? 😄
A rendere ancora più forte il messaggio, la presenza di Paolo Grazzini e di tutta la squadra del Valdambra Trail, che con la loro Kbike (una carrozzina sportiva per il trasporto in sentiero) hanno lanciato un segnale chiarissimo: l’inclusione non è un’idea, è un’azione concreta.
Un concetto che ci unisce: come loro con la Kbike, anche noi con la Joelette Adventure appena acquistata portiamo avanti lo stesso messaggio — non ci sono barriere.
Solo nuovi modi per superarle, insieme.
L’incontro è stato presentato in modo impeccabile da Paolo Grazzini, che con equilibrio e sensibilità ha cucito gli interventi, alternando momenti di riflessione a video che hanno fatto vibrare la sala.
Il pubblico, composto in gran parte da studenti, ha risposto con entusiasmo e partecipazione. È proprio da loro che può nascere la prossima generazione di sportivi consapevoli, capaci di vedere lo sport non solo come competizione, ma come strumento di crescita e inclusione.
Alla fine dell’incontro, mentre il teatro si svuotava, si percepiva un’energia diversa: quella di chi ha capito che lo sport è molto più di una prestazione. È un linguaggio universale, un mezzo per raccontare che nessuna salita è troppo ripida se affrontata insieme.
Il Valdambra Trail si conferma così un evento simbolo per il Centro Italia: non solo una gara, ma una comunità che crede nei valori autentici.
E noi, con il nostro BeyondTheSightTEAMoltrelavista, siamo orgogliosi di far parte di questa rete che unisce persone, territori e visioni.
Se il mondo fosse come questa mattina a Bucine, probabilmente servirebbero meno barriere, meno vincoli, e più cuori pronti a spingere nella stessa direzione.
Come un buon team di montanari: ostinati, solidali e con il passo sicuro di chi guarda le stelle… anche quando il sentiero sale.
John Benamati
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