Il cuore in montagna non va in letargo: il Rifugio El Signor e la forza di chi ci crede davvero!

Pubblicato il 8 novembre 2025 alle ore 18:30

Si avvicina l’inverno, e come ogni anno è tempo di fermarsi un attimo a guardare il cammino fatto. Più di 600 accessi fisici hanno animato il Rifugio El Signor in questa stagione: escursionisti, famiglie, sportivi, curiosi. Persone diverse, ma accomunate da un sorriso e da una parola di gratitudine, come quello arrivato anche dalle autorità e dalla comunità di Malcesine, che iniziano a riconoscere il valore degli sforzi di una piccola realtà come la US Montebaldo.
Non siamo solo “quelli del Panoramic Trail” o gli “asini da ultramaratone in giro per l’Italia”. Siamo anche quelli che, con le mani e con il cuore, hanno creduto possibile restituire vita a un luogo di montagna abbandonato.

Il rifugio ha ricevuto persino un articolo sul giornale L’Arena e, soprattutto, l’affetto di chi ci è passato e ha lasciato una parola gentile o un pensiero nel registro. Tutto questo ci ripaga, ma non ci ferma.
Perché i costi fissi di mantenimento restano, anno dopo anno, e l’inverno porta nuove sfide e nuovi sogni: vogliamo sistemare il piano superiore, imbiancare le pareti, installare luci e sensori di sicurezza, potenziare il sistema fotovoltaico, rendendo il rifugio ancora più accogliente per chi salirà nella prossima stagione.

 

E poi, fuori, grazie alla collaborazione con Veneto Agricoltura, sono già in corso migliorie strutturali: uno steccato esterno che abbellirà il prato antistante e darà maggiore identità al luogo. Un segnale concreto che quando le istituzioni e le piccole realtà si ascoltano, qualcosa di buono nasce davvero.

Il Rifugio El Signor è stato anche base logistica e punto ristoro per la nostra Panoramic Trail di ottobre, e il suo ruolo crescerà ancora: diventerà un punto nevralgico per chi ama il Baldo e lo vive con rispetto.

Ecco perché chiediamo a chi ci segue, a chi crede nel valore delle piccole cose e nella forza dei sogni, di continuare a sostenerci. LINK
Non servono grandi gesti, ma tanti piccoli atti di fiducia: perché in montagna, come nella vita, ciò che si mantiene vivo non è solo un rifugio… ma l’idea stessa che insieme, si può.

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