
Cronaca (semiseria) di 143,5 km (più qualche bonus‑track), tre maratone in un colpo solo, un piede al 20 %, orsi immaginari e un finale in sospeso sulla Garda 150 K
Ironia, strategia mentale e fisica quantistica: come trasformare un DNF alla Garda 150 K in una lezione da (ultra)maratoneti visionari.

Il termine giusto per descrivermi in gara inizia con st e finisce con o—e no, non è stoico. Diciamo che la mia specialità è il sorriso stampato in faccia, quello che fa già il 50 % della didascalia in caso di dipartita:
«Eccolo ritratto poco prima di lasciarci, nulla lasciava presagire quello che poche ore dopo sarebbe accaduto…»

Strategia del sorriso (quando il GPS ti vuole male)
Quando sei bollito da stanchezza e stress da navigazione—io mi perdo perfino sulla corsia Telepass—l’ironia diventa salvavita. Nelle ultra “classiche” trovi compagnia al ristoro; alla Garda 150 K trovi… tre basi di rifornimento in tutto. Il resto è dialogo interiore e cartelli “Attenzione: zona dell’orso” (giuro, esistono).
"Se vedi l’Altissimo alle 02 : 15 di notte, sappi che potresti anche essere sulla Luna: stesso servizio bar."

Momenti di gloria (sottoterra)
Succede anche questo: entri nella nuova galleria ciclabile di Riva del Garda, illuminazione perfetta, fresco ventilato, zero dislivello. Talmente perfetta che il tuo cervello stacca la spina e ci resta dentro qualche chilometro. Solo alla fine quando i cancelli ti sbarrano la strada (per fortuna o sarei arrivato a Sirmione) realizzi che il sentiero ufficiale correva da quelle parti…ma sopra la galleria. Il GPS? Perso pure lui tra i bit di roccia.
Risultato: ventina di chilometri “fuori bilancio” che, sommati ai miei classici zig‑zag da cattivo contabile, hanno messo alla prova perfino la caviglia in rebate—che, diciamolo, ce l’avrebbe fatta se non avessi giocato all’esploratore.

L’altra compagnia: te stesso
Spoiler: non sempre siete amici. L’altra personalità esce dopo 60‑70 km, comincia a proporti soluzioni creative, ufficialmente due vie di fuga per gli ultimi km ormai impossibili:
- Rotolare a valle come un neonato, sperando che la forza di gravità valga anche come pacing.
- Impugnare un paio di stampelle da geriatrico—tanto ormai andavo a quella velocità—e spingermi all’arrivo in modalità nonna sprint.
(Grazie, Fede Amore, per non avermi assecondato in nessuna delle due).
Eppure le gare “andate male” sono un master in bipolarismo emotivo: sali e scendi di umore che farebbero sbiancare Freud.
DNF, proprietà commutativa e fisica quantistica
Mi sono fermato a 142 km su 150. DNF. Ma quante maratone sono 142 km? Esatto, tre e col resto di qualcosa. Con dislivelli da capogiro.
"In una 150 se schiatti a 149,5 sei DNF esattamente come se ti fermassi a 0,5 km. E la matematica piange in un angolo."
Gli americani risolverebbero: «Ultra? 100 miles o nada». Ben 167 km. Ok, raccolgo la provocazione.
E qui entra la teoria dei quanti: lo stesso risultato (DNF) può collassare in stati diversi a seconda di chi osserva. Scrollo il feed: DNF… anzi tre ultra… no, di nuovo DNF… wait for it…

Cosa resta dopo la (quasi) debacle?
- Tre maratone in una –– e un piede che adesso vale come NFT (Non‑Funzionante‑Toe).
- Selfie eliminati ma non troppo –– sopravvivono nella cartella “Eliminati”, come brandelli di Matrix in attesa di risveglio.
- Lecito rancore –– verso sentieri, orsi e proprietà commutative.
Scheda tecnica (Strava)
- Distanza registrata: 143,5 km (più una manciata di "giri bonus" dovuti ai miei smarrimenti ciclabili.
- Dislivello positivo: 8 708 m
- Traccia completa: Strava – guarda l’attività

Ringraziamenti con inchino
Un grazie XXL al patrón di Oxyburn, Jacopo, che continua a trattarmi come un pro quando, in realtà, sono solo un somaro che timbra chilometri (spesso sbagliati). Se la mia attrezzatura ha retto le mie deviazioni, è tutto merito suo.
E un applauso altrettanto rumoroso all’organizzazione della Garda Trentino Trail Extra 150: mettere in piedi (letteralmente) un evento di questa magnitudo è da matti quasi quanto iscriversi.
Un pensiero ancora più profondo va al progetto Run For Cornelia: ogni passo lo porto nel cuore e Valentina è la scintilla che mi ispira. Anche se non taglio il traguardo, diffondere questo messaggio vale già come vittoria.

Conclusione futuribile
Se la teoria dei quanti insegna che osservare modifica il risultato, allora osserverò questo DNF finché non diventa il mio prossimo PB.
Alla prossima—magari con due piedi funzionanti, la base ristoro aperta e un contabile che tenga il bilancio dei chilometri.
[CTA] Hai mai trasformato un DNF in qualcosa di epico? Raccontacelo nei commenti o, se preferisci, vieni a trovarci sulle pendici del Monte Baldo al nostro PanoramicTrail!!!
John Benamati
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